Certificati EAC e contraffazione
Con l’avvento dei Certificati EAC, obbligatori per esportare in Russia, Bielorussia e Kazakistan, si sta verificando che distributori, clienti, importatori ecc., facciano fare documenti in cui vengono indicati come produttori le aziende italiane della moda ed in cui vengono riportati i loro marchi. Tali certificati, ovviamente, non andranno mai in mano alle aziende, che spesso sono anche all’oscuro della loro esistenza. La cosa ben più grave però, è che molto spesso in questi certificati, vengono inserite filiali di produzione sparse in tutto il mondo (a volte anche in più di 100 nazioni), dove sembrerebbe che l’azienda italiana produca i suoi manufatti. Con l’aiuto del web però, si scopre che nella stragrande maggioranza dei casi, tali filiali risultano essere in realtà alberghi, ristoranti, palestre o case private, che nulla hanno a che vedere con la produzione. Questo trucco autorizza chi è in possesso dei documenti, ad importare direttamente da quegli Stati, merce marcata con il brand italiano, senza che in realtà essa passi per l’Italia e senza che le aziende ne sappiano nulla. Ciò fa inevitabilmente pensare che possa trattarsi di merce contraffatta. Tutto questo è facilmente verificabile, consultando il sito ufficiale delle Dogane dell’Alleanza Euroasiatica, dove sono registrati e mostrati tutti i certificati circolanti. Volendo ogni azienda può controllare la sua situazione. I documenti rilasciati da SCAM, tramite Murman Test invece, vengono consegnati in originale all’azienda italiana, che li gestisce secondo i suoi criteri. Oltre a questo, per tutelare il Made in Italy, è anche possibile richiedere che, tutti i documenti non riconosciuti, vengano annullati dall’Ente di Vigilanza e Controllo dell’EAC. Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattarci.